martedì 1 novembre 2011

Tempi moderni. Ma dopo il moderno cosa ci sarà?

Io ricordo, quasi senza dubbi, che da bambina guardavo in tivù le avventure della leonessa Elsa, Nata libera? Sì, mi par proprio di sì.
E pure quei due squinternati di Starsky & Hutch e seguivo passo passo le vicende della famiglia Ingalls nella piccola casa nella prateria.
E non vedevo l'ora, la mattina dopo, di arrivare a scuola per raccontare al Robi e alla Gabri cosa ne pensavano, se avevano riso o pianto o inveito come me alla visione. E chiacchieravamo fittifitti, sia fuori dal cancellone, e poi alla ricreazione, e poi pure all'uscita, vicino alle bici.
Io ricordo, senza dubbio alcuno, che nei primi anni '90 seguivo febbrilmente Jarod e i suoi patemi.
E prima della visione, spegnevo il cellulare, che sia mai mi disturbasse qualcuno. E la mattina dopo, contenta come una pasqua, pranzavo con la Glò, scambiandoci le nostre teorie sul perchè era successo così e colà a questo o a quello
Ora non mi perdo una puntata di Dexter e le sue sanguinolente storie. 
E tengo a portata di mano il cellulare, chè Kermit ed io lo guardiamo in contemporanea, e ci scambiamo commenti immediati. 
E la mattina dopo, davanti al caffè, beh, sì ne parliamo, ma senza quella sorpresa, quell'intripparsi in congetture costruite passo passo confluendo le pensate di entrambe.
E mi son resa conto che l'avvento del cellulare si è mangiucchiato via un altro pezzetto di infanzia. Mi manca quello scalpiccio di voler veder gli amichetti per raccontarsi cose che finchè non ci si vedeva non ci si poteva raccontare.
Ah, le riflessioni che scaturiscono dal dover ricaricare il cellulare il primo novembre, ritrovandosi il sito della propria banca in manutenzione straordinaria!

2 commenti:

  1. Chissà perchè si rimpiange sempre il passato... Credo che non siamo tecno-felici! ;)

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  2. Io di certo no! C'è da dire che rimpiango l'infanzia a prescindere dalla tecnologia! ;)

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