lunedì 20 giugno 2011

Le braciotte, piatto ambito per bongustai (umani e zanzarici).

Oh, posso dire che alla soglia dei quarantadue ho ancora le mie porche soddisfazioni.
Ore 8,40, panificio della sciura Ambrogia (che avrà poco più della mia età, ma con un nome così la definizione *sciura* è d'obbligo).
Entro, ci son due vecètt che comprano la loro bella razione di michètte (o rosètte o come le chiamate voi, comunque sia con la è estremamente aperta, da bravi). 
Quello che attende di pagare con le sue monetine tintinnanti in mano, mi avvista, e taaaac! parte il tacchinaggio sfrenato.
Mi si appollaia la manona sul braccio, mi attira a sè, e attacca a sfottere l'amico sulla sua lentezza cronica (ho il sospetto di qualche doppio senso sfuggitomi causa poca dimestichezza con il brianzolo stretto nonchè in allarme per l'arto in fase di strizzamento).
Non ho fatto in tempo a blaterare una qualsiasi replica mite e paciosa che l'altro trotterella ad un palmo dal mio naso a blaterare un detto d'altri tempi su lentezza-mogli in lacrime-uomini felici (e da come sperluccicava l'occhietto sicuro che il senso fosse uno).
Tutto perchè avevo finalmente indossato la canotta gialla fatta da mammina cara anni e anni or sono, perciò vagamente lisa e sbrindelenta.

3 commenti:

  1. Da quando, tantissimi lustri fa, una rosétta (con la e rigorosamente chiusa) mi ha spezzato un dente non compro più il pane, ma la scenetta di per sé dev'essere stata gustosa :)

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  2. Buahahahaha. Mai indossare la canottagiallascollatella dal panettiere!

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  3. @Paolo: Addirittura spezzato un dente! Di quanti giorni era?! La michètta sècca è il must della torta dè làch! ;)

    @Taglia46: Oggi avevo una sobria tshirt maròn trasparenta...ma non son mica andata dal panettiere! ;D

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