giovedì 10 febbraio 2011

Basta nominarla ormai.

Ore 9,30 circa.
Appare il boss.
- Charlie, scusa son di corsa, mi faresti un caffettino gentilmente?
- Certo boss! 
Alla macchinetta del caffè mi accorgo che mancano i bicchierini piccini, uno quelli per il cappuccino. Ed infatti il caffettino diventa un caffettone.
Glielo porto, gliel'appoggio davanti al muso, faccio per andarmene, ma no, mi chiede di aspettare chè ha delle carte da far avere a Misery.
Ok, già che son lì che attendo, già che è lì che tramesta in borsa e poco più, dico:
* Scusi, boss, ma quando lo dice che deve fare quel lavoro sotto la mia supervisione a ColeiCheUnTempoLaLinguettava?
Ed ecco che il braccio bossico colpisce il bicchierone di caffettone rovesciandolo su tutto il bel tavolone di legno bello e tarmato, lordando appiccicando tanfando tutto quel che trova sul suo cammino, biro matite post-it fatture porta-documenti un vassoio di bah similoro calcolatrice biglietti da visita ed, infine, sgocciola sui miei pantaloni.
(e, si sappia, gliel'ha detto il boss, del lavoro e di venir da me, già da due giorni, e la OrmaiCertaFuturaAssassinaDiCharlie finge totale indifferenza et ignoranza).

3 commenti:

  1. Alla faccia del caffè, ma quanti litri gliene hai portati per fare tutta questa strage di carte, pantaloni e cancelleria varia?

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  2. @Paolo: ...un bicchiere di plastica! Era un caffuccino! ^___^

    @Giardi: ...una supervisione fantasma! ;)

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