domenica 21 novembre 2010

E che lividi spettacolari cadendo.

Ieri nel tardo pomeriggio, dopo le commissioni (e son ancora convinta di aver dimenticato qualcosa, ma non so cosa), mi son rifugiata in biblioteca.
Mi piace andarci per sfogliare libri che mi incuriosiscono, leggere gli incipit, inclinare il capo girovagando fra gli scaffali leggendo i titoli dalle coste. E, più di tutto, mi piace osservare gli altri. 
I disciplinatissimi, quelli seduti ben bene sulle seggiole a sfogliar riviste, attenti attenti a non fare il minimo rumore.
Gli studiosi, di qualsiasi età essi siano, tutti presi nelle loro ricerche idee teorie, che scartabellano richiudono riaprono si alzano si dirigono si grattano la testa si sistemano gli occhiali.
Le mamme, sbuffanti nel tentar di non far cadere i 2-3 giacchettini che han in mano, uno shhhh! unico ai pargoli trotterellanti in ogni direzione, uno sguardo.
I bimbetti, orgogliosi dei loro libretti cartonati, diligenti e silenziosi solo quando guardano il bibliotecario che verifica e timbra le loro fiabe.
I bibliotecari, tutti gentili la zitellina attempata coi suoi completi color beige, il zitellone attempato sempre al telefono con la mamma e le sue richieste, il biondino smilzo con gli occhi più buoni del mondo Uno no, per nulla gentile, quello pelatino con l'occhietto porcino e le camicie tristi.
E c'era sta bimbetta sui sei anni seduta per terra, bionda bella elegante. 
Composta, gambette incrociate, aveva un libro in grembo, un altro chiuso a lato.
Con un tappino di biro seguiva le parole scritte, muovendo le labbra. Poi, proprio mentre mi stupivo di quanto fosse brava seppur così piccina, si è trasformata in una maschera d'ira. Silenziosamente cazziava un immaginario alunno (presumo eh, non l'ho intervistata al riguardo), per poi prendere l'altro volume e rabbiosamente scrivere qualcosa, sempre col tappino. Poi, borbottando e quietandosi, tornava alla lettura.
Il mio amico immaginario, viveva nell'armadio letto dove dormivo da bimba. E mi teneva compagnia quando vegliavo la micia che doveva far i gattini. E si sedeva accanto a me quando disegnavo per ore davanti alla finestra del tinello (ah, le case di una volta!). E si arrampicava sulla magnolia, incoraggiandomi ad imparar a far la capriola sul ramo, chè mio fratello ci riusciva e io no. 
E poi? quand'è che se n'è andato? E perchè, poi?

4 commenti:

  1. ma chi li sfratta gli amici immaginari ?

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  2. Non ho mai avuto un amico immaginario, forse devo andare in analisi... no.snob

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  3. E se in realtà non se ne fosse andato ma fosse solo diventato un po' più silenzioso e discreto? Sai com'è, anche gli amici immaginari crescono. :-)

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  4. @Giardi: la vitaccia di tutti i giorni?

    @no.snob: eh, vedi, questa è una domanda che mi son sempre posta (fra le varie), gli amici immaginari mica tutti ce li hanno. Magari son io da psicanalizzare!

    @LuciSSima: dici che magari è infrattato con qualche amichetta immaginaria?!

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