domenica 31 ottobre 2010

Non solo le foglie morte sono pericolose

Ci vuol pazienza.
Non solo con i disastri che ci piombano fra capo e collo.
Non solo con le persone che abbiam vicino o che non abbiamo vicino.
Non solo con il tran tran che ci tocca in sorte.
No, ci vuol pazienza anche con i nostri gusti.
Perchè una delle poche giuoie che vivo nella stagione in corso è la possibilità di degustare il melograno.
Ma.
L'impresa implica:
- ricordarsi di non invitare nessuno a pranzo o a cena,
- ricordarsi di togliersi anelli orologi occhiali,
- ricordarsi di non indossare maglieria bianca o beige o qualsiasi colore eccezion fatta per il nero,
- ricordarsi di soffiar il naso, se raffreddati,
altrimenti :
- bisognerà prodigarsi in mille acrobazie per evitar schizzi inevitabili, per impedir a tali schizzi di direzionarsi sul volto o sulla camicia dei commensali,
- bisognerà lavar accuratamente tutti i ninnoli indossati dalle patacche rubine,
- bisognerà imboscar in lavatrice qualsiasi capo indossato, con la prece che esca del medesimo colore originario e non di un roseè demodè,
- bisognerà catapultarsi sniffando rumorosamente, sul più vicino lembo di morbido tessuto, imbrattando qualsiasi persona cosa animale si trovi sul nostro cammino.
Perchè una simile delizia debba essere funestata da un cerimoniale e conseguenze implacabili è la conferma che i momenti migliori che si vivono son sempre conclusione o presagio di immani catastrofi.

2 commenti:

  1. Wè, ma che melograni mangi te? A me tutta sta roba qua non succede (sarà perchè lo sgrano, metto i melogranini in una tazza e li mangio con il cucchiaio...)

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  2. Ecco, io non ho troppa pazienza. Lo apro in quattro spicchi, mi armo di cucchiaino e attacco un quarto alla volta...

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