venerdì 29 ottobre 2010

E prendiamolo con filosofia, giacchè lo si deve prendere.

Ci son sensazioni che ti assalgono subito. Non appena un gesto, una parola, uno sguardo ti vengono rivolti, tu senti che ha inizio un dramma, un disastro, un cataclisma.
E allora che si fa? Lo si lascia decantare, si lascia in una feritoia fra le sinapsi, si fischietta indifferenti. Si sa mai che si abbia toppato in pieno. Che quel brivido di timore in erba era una fallace intuizione, che quel presagio di nefandezza imminente fosse solo frutto di una digestione laboriosa.
Eppure il peso resta, si espande, bussa alla coscienza chiedendo udienza, enumerando le proprie argomentazioni, smontando alibi dubbi e dicerie.
Il problema c'è, esiste, va affrontato.
E sia. Affrontiamolo.
Martedì il boss ti rifila da riscrivere uno statuto lungo ventisette (ventisette) pagine? Sì. Il dossier (appuntamento coi clienti fissato per venerdì 29 alle ore 19.30) è zeppo di appunti scritti di proprio pugno da boss e figliolo (aka ErMutanda, chè quando predica lui ti crollan le mutande pur indossandovi sopra un paio di pantaloni di ghisa, talmente egli è pedante)? Sì.
Tu fai finta di non vedere il lampeggiante rosso nel tuo cervellino, batti tutte le ventisette pagine (d'altronde sei brava a battere, direbbe Codaliscia, l'Uomo Zelig della Valle).
Mercoledì (beh, ok saper battere, ma con il dovuto tempo) porti la pratica ad ErMutanda che con finezza ti rimbalza fuori dalla porta al grido di "Non Ne So Niente, Non Ne Voglio Saper Niente, Arrangiatevi!".
Vai dal boss che ti liscia il manto arruffato, ti seppellisce sotto moine salamelecchi ringraziamenti falsi come solo lui sa.
E quindi? Quindi t'attacchi, torni in cella, guardi sconsolata il monitor, poi fuori dalla finestra, poi il lampeggiante rosso che flasha nella tua testa, poi sospiri, poggi le mani sulla tastiera e via. Inventi.
Giovedì passi inosservata ai più, appoggi il plico infame sulla scrivania del boss.
Venerdì, mossa dal panico pre-meteorite precipitante sulla tua nuca, nonchè per prevenire inconvenienti dell'ultimo minuto, appena arriva il boss, lo blocchi e chiedi: "Scusi, maaa, stasera gradisce che mi fermi per l'appuntamento?" - "Ma noooo, tranquilla Charlie, incastro ErMutanda davanti ad i clienti, non potrà scamparla!".
Sarà.
Dopo pranzo, digestione sistemata, ti riproponi al boss: "Scuuusi, ma è certo certissimo che non mi devo fermare stasera?" - "T'ho detto di no! Ci penso io a quello là!".
Sarà.
Dopo un paio d'ore, arriva. Il boss. "Charlie cara, per cortesia, mia adorata, mi stamperesti l'atto, lo statuto, il preventivo?" - "Quindi mi fermo?" - "Nooo!"
Sarà.
Fatto tutto, sistemato tutto, ricontrollato tutto, porto la pratica. "Ecco Charlie, già che c'è qui anche Kermit...perchè non vi fermate stasera? Giusto per verificare chi interviene, per farli accomodare, perchè sapete com'è quell'altro là".
Sarà.
Arrivano sette brianzolotti, sette sciurotti belli simpatici e gagliardi, prendiam dati, impiliamo incartamenti vari, facciam passare la truppa caciarosa nella Gran Cella.
"Charlie...diresti ad ErMutanda di tenersi pronto per correggere eventualmente il testo?"
(grandissimo furbastro d'un boss! eccolo il puzzo di tragedia, eccolo il mio momento fatale, ecco il mio addio alle scene: rifilarmi di incastrare tuo figlio al posto tuo! grandissimo malefico boss!)
"Senta, boss, mi fermo io, va là".

3 commenti:

  1. Il lampeggiante rosso. Eh, ce l'ho ben presente anch'io, quel farabutto!

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  2. @ghiaccio: Ma la tua luce rossa non è fissa? Non si ingiallisce se lampeggia? Te l'invidio quando è verde. A me non capita mai!
    @Vaniglia: essi son il Male per definizione...tranne Springsteen! ;)

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