Ero titubante a leggerlo.
Un premio Pulitzer, e se poi è una mattonata? e se poi è troppo complicato? e se poi non mi dice niente?
E invece, sorpresa! mi è piaciuto tanto tanto.
Tanto da prenderlo in mano appena avevo un attimo di tempo, mattina pomeriggio sera.
Un romanzo di formazione, lo definirei.
La storia del protagonisto, da bambino all'età adulta, in un percorso non facile, sia psicologicamente sia logisticamente.
Certamente l'ambientazione statunitense fà sì che certe situazioni siano a noi europei di difficile immedesimazione, ma Donna Tartt ha saputo con maestria rendere fluidi e comprensibili passaggi e reazioni ostici.
Inoltre i protagonisti, in primis Theo e Boris, son resi tutti amabili, seppur nelle loro manchevolezze o storture.
Davvero bello, la storia, la scrittura, capaci di accrescere la voglia di proseguire nella lettura per scoprire cosa accade poi.
(Ora decompressione con un romanzo lieve, poi ci si tuffa in Dio delle Illusioni per aver conferma o meno di aver trovato una scrittrice da seguire)
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